Un campus per l’istruzione superiore in ogni territorio


05 Marzo 2019 | di Nino Tindiglia

Un campus per l’istruzione superiore in ogni territorio Una riflessione approfondita va fatta riguardo alla procedura, ancora piuttosto confusa, introdotta dalle riforme degli ultimi anni, utilizzata per assegnare alle istituzioni scolastiche i corsi di studio.
 
Abbiamo Istituti tecnici che si affiancano ai licei, istituti professionali per l’agricoltura che istituiscono corsi di studi di odontotecnico e di operatore psicosociale ed istituti professionali per il commercio che si trasformano in istituti alberghieri con corsi di gestione delle acque e risanamento ambientale, indirizzi completamente diversi dalla loro natura originaria.
 
Nulla di scandaloso se in questo ci fosse una politica animata dalla logica di offrire su un determinato territorio, che dovrebbe essere tarato a misura di chi vi abita, tutte le opportunità formative, ma cosi non è. Quello che anima l’ampliamento dell’offerta formativa è solo la ricerca del “cliente”, corredata dagli “effetti speciali” per stupire. In generale manca, infatti, una programmazione provinciale seria che offra a tutti i ragazzi la possibilità di scegliere all’interno di un’offerta formativa completa che copra tutte le aree della provincia, perché gli allievi non possono fare 60-70 Km al giorno per raggiungere le scuole, questo va bene per le Università.
 
Forse sarebbe meglio riformare il sistema pensando all’interesse comune e ai bisogni della società e non ad interessi di parte che inevitabilmente finiscono per privilegiare questo o quello istituto. Non serve neppure rincorrere illuminati intellettuali che scopiazzano sistemi formativi di altre nazioni incompatibili col nostro e forse anche dismessi, vedasi i quiz.
 
Mi permetto di suggerire una soluzione con l’intento di aprire una discussione che può approfondire l’argomento.
 
In una realtà che vede un preoccupante calo di natalità e molti istituti sottodimensionati affidati spesso in reggenza con gravi problemi di gestione, anziché avere scuole superiori divise in licei: classico, scientifico, ex-istituto magistrale; tecnici: economico, industriale, geometra, nautico; professionali: per l’industria, l’agricoltura, commerciale, quindi istituti con una offerta formativa molto frastagliata, si potrebbe provare ad istituire per ogni territorio un campus che abbraccia l’istruzione superiore in un’unica scuola (un unico Dirigente che coordina le attività amministrative e gestionali) che propone un’offerta di istituto articolata nei vari indirizzi che si gestiscono la didattica eleggendo loro all’interno un responsabile (coordinatore della didattica) con il compito di attuare il PTOF.
 
La complessità di un istituto scolastico non sta nella gestione amministrativa del personale o delle risorse nel suo complesso, ma nella gestione dell’aspetto pedagogico-didattico-disciplinare dell’offerta formativa.
 
Altra figura che potrebbe essere riformata è quella del DSGA che viene posto a capo del personale ATA ma sotto la diretta responsabilità del DS, questo provoca spesso situazioni conflittuali, facendo così del DSGA una figura dimezzata. Molte volte il conflitto sfocia in evidenti contrasti o sottomissioni frustanti che minano la serenità dell’ambiente scolastico.
 
In questo scritto, per nulla esaustivo, si intende far riflettere sulla possibilità di una nuova organizzazione della scuola sul territorio, proponendo
 
1. l’abolizione degli ATP ex Provveditorati agli Studi;
 
2. l’abolizione della dirigenza scolastica e la creazione di centri territoriali per ordine di scuola riferito alle aree metropolitane con dirigenze che accentrano la gestione del personale e l’amministrazione delle strutture che devono passare dalle province e dai comuni a queste neostrutture;
 
3. l’elezione da parte del collegio docenti di ogni istituzione scolastica di una figura di coordinatore della didattica con il compito di gestire il PTOF che usufruisca del semi esonero dall’insegnamento; la durata dell’incarico deve essere annuale. Ogni istituzione scolastica presenta la sua offerta formativa non in concorrenza con le altre, ma a completamento di un’offerta formativa del territorio su cui insiste;
 
4. l’accentramento dei servizi di segreteria presso i centri territoriali con decentramento in ogni scuola di unità di personale per la raccolta dei dati.
                                                                                                                   
                                                                                                 Prof. Antonino Tindiglia
 
 
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Tindiglia Antonino, docente di Economia Aziendale presso Istituto Tecnico Economico “V. De Fazio” di Lamezia Terme. Coordinatore provinciale Gilda di Catanzaro. Coordinatore regionale della FGU Gilda-Unams della Calabria. Membro della direzione nazionale della Gilda. Responsabile nazionale del dipartimento sviluppo e crescita della Gilda nazionale. Componente l’assemblea nazionale FGU. Revisore dei conti FGU. Organizzatore e relatore in Convegni su varie tematiche legate alla scuola. Lunga esperienza di collaborazione come Vice preside, come commissario e presidente di commissione agli Esami di Stato. Sempre presente nella scuola e per la scuola pubblica a fianco dei colleghi.
 
 


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