La fatica di insegnare. Una professione usurante

Note sul Convegno Nazionale della Gilda tenutosi a Padova il 17 dicembre 2009


27 Dicembre 2009 | di Fabrizio Reberschegg

Gilda è tornata ad affrontare alcuni dei temi più specifici inerenti la professione docente in relazione al cosiddetto fenomeno del burn out con un importante convegno a Padova acui ha partecipato il dott. Lodolo D'Oria. L'introduzione del prof. Giorgio Quaggiotto ha messo in rilevo con grande profondità gli aspetti di incertezza e di disincanto che contraddistinguono il lavoro di insegnante negli ultimi anni. I problemi di riconoscimento sociale della professione, l'aumentata pressione delle famiglie e dei dirigenti verso una prestazione lavorativa che non può farsi carico per la sua stessa natura di tutti gli aspetti sociali legati alle nuove generazioni hanno accentuato un senso profondo di smarrimento che può determinare anche effetti di perdita di senso nel proprio lavoro e addirittura ad alcune patologie mediche. Una solitudine dell'insegnante e dell'insegnare che deve essere affrontata e superata con una visione poitico-sociale nuova e con la consapevolezza della centralità della formazione come investimento vero e concreto per la nostra società.

Il Dott. Vittorio Lodolo D'Oria si è soffermato invece sugli aspetti più tecnici e scientifici inerenti il disagio mentale professionale (DMP) degli insegnanti affrontando non solo gli aspetti teorici e legati agli studi internazionali, ma anche modalità e casistiche specifiche riscontrate nella categoria dei docenti. La letteratura internazionale inquadra la categoria degli insegnanti tra le helping profession che sono particolarmente esposte ad usura psicofisica. Il TestoUnico per la tutela della salute nei posti di lavoro (D.L.vo 81/08) prevede all'art. 28 che siano individuati e contrastati i rischi specifici della professione e lo stress lavoro correlato, considerando anche il genere e l'età del lavoratore. Ciò non è conosciuto e posto in essere dalla stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici e dei docenti. Così pure non sono conosciute le modalità tecniche e normative circa l'accertamento sanitario e gli eventuali ricorsi alla Commissione Medica di II istanza, procedure previste essenzialmente per tutelare i lavoratori e non per penalizzarli e sanzionarli.

Dagli ultimi lavori presentati dal Dott. Lodolo D'Oria emerge la necessità di rendere edotti i docenti sui rischi specifici delle helping profession (usura psichica), sui rischi correlati ai fattori biologici (sesso, menopausa, postpartum, sindrome premestruale, ecc.), i rischi legati alla eredo-familiarità e alla propria anamnesi familiare, l'importanza degli screening oncologici, le reazioni di adattamento positive (es. condivisione) e negative (es. isolamento).

Si tratta di problematiche che restano sempre sullo sfondo dei problemi relativi alla condizione dei docenti e che vengono spesso strumentalmente usate dai media nei casi di gravi patologie e di comportamenti penalmente sanzionabili di docenti. E' quindi necessario che l'amministrazione scolastica preveda non solo i soliti corsi di formazione sulla sicurezza, ma definisca percorsi specifici di formazione anche su questi aspetti che risultano fondamentali per una corretta e positiva relazione educativa e didattica con i discenti e con i colleghi.

Un convegno che riapre un dibattito importante che evidenzia ancora una volta l'incapacità del MIUR di affrontare con coerenza ed efficacia i temi veri legati alla professione docente intesa nella sua complessità.



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